N. 83

DIPINTO PITTORE ROMANO, AMOR VINCITORE

PITTORE ROMANO, XVII SECOLO

AMOR VINCITORE
Olio su tela, cm. 156 x 108

PROVENIENZA
Collezione famiglia Chini, Venezia dall'inizio XVIII secolo
Collezione Martin Chini, XIX secolo
Collezione Johanna Reiner, nipote di Martin Chini dal 1892
Collezione Arturo Mondovì, Mantova dal 1932
Eredi collezione Arturo Mondovì, Roma

La famosa opera realizzata da Michelangelo Merisi si fa risalire agli anni 1602/1603 e fu commissionata dal Marchese Vincenzo Giustiniani.
Il dipinto del Caravaggio rimase nella collezione Giustiniani sino agli inizi del XIX secolo, per poi giungere a Parigi nel 1812 per avvenuto acquisto e venduto nello stesso anno, assieme ad altre opere provenienti dal palazzo romano, al re di Prussia per il Museo di Berlino (Mina Gregori in Caravaggio e il suo tempo, Milano 1985, pp. 277-28, con ulteriori riferimenti bibliografici). L'opera per la sua bellezza anche provocatoria e i riferimenti allegorici ebbe molta fortuna tanto da essere copiata nel seicento come altre opere realizzate dal grande maestro.
Copie conosciute sono ubicate al Musée des Beaux-Arts di Digione e una in collezione romana firmata da Andrea Vaccaro (M. Marini, Io Michelangelo da Caravaggio, Roma 1974, p. 397). Una ulteriore copia si trova in collezione privata (Fondazione Federico Zeri Università di Bologna, archivio fotografico).
Il dipinto, qui presentato in catalogo, è probabilmente la quarta ulteriore copia di assoluta qualità pittorica e di splendida esecuzione. Essa è collocabile intorno alla metà del XVII secolo. Si allega indagini diagnostiche eseguita sul dipinto dalla società M.I.D.A. di Claudio Falcucci.
Inoltre alcuni elementi affiorati delle analisi diagnostiche unitamente all'analisi stilistica dell'opera, potrebbero far supporre anche una datazione intorno alla metà del XVII secolo. La cultura caravaggesca si esaurisce dalla metà del XVII secolo, e quindi il dipinto potrebbe essere stato realizzato nel periodo successivo alla realizzazione dell'originale del museo di Berlino, da un seguace del Caravaggio o da un pittore abituale della famiglia Giustiniani. L'opera, qui presentata, infatti mantiene nella sua composizione, nel calore del colorismo e nella dominante provocatorietà del soggetto, il gusto del tempo e della cultura di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio

Cenni storici sul dipinto
Dalla documentazione fornita dalla proprietà l'opera era conservata da più di 200 anni presso la famiglia Chini di Rovereto. Martin Chini bisnonno della dichiarante Johanna Rainer, del documento di provenienza in possesso dell'attuale proprietà, venne nella prima metà del XIX secolo a Vienna come tintore di seta. Egli ricevette l'opera in regalo in occasione del suo matrimonio e poi il dipinto passò al padre della Rainer la quale lo ricevette in regalo per il suo matrimonio nel 1892. All'inizio del 1914 l'Arciduca Franz Ferdinand d'Este, collezionista d'arte, ricevette in visione il dipinto al Belvedere. Il quadro piacque talmente che l'Arciduca chiese ai proprietari di lasciarglielo in visione per qualche tempo. Ed in quella occasione il dipinto fu ammirato e visionato da importanti esperti d'arte tra i quali il consigliere Bode, del Museo Kaiser Friedrich, che definì il quadro come opera autentica del Caravaggio.
Anche gli esperti dell'ufficio austriaco per i monumenti dichiararono il dipinto opera autentica di Caravaggio. Il dipinto comunque tornò in possesso di Johanna Rainer che sempre rifiutò di venderlo, nonostante le numerose insistenti offerte.
Ella, come da ricevuta consegnataci dalla attuasle proprietà, cedette ad Arturo Mondovì nel 1932 a Vienna il dipinto, che rientrò nella grande collezione del mecenate mantovano. Egli da Mantova, trasferì per successione ai nipoti tutta la sua collezione in quel di Roma

CONDIZIONI DEL DIPINTO
Rintelo tardo ottocentesco. Piccoli punti di restauro ossidati sul braccio sinistro che tiene le frecce, sul volto e sulla parte più a destra del petto. Il dipinto è in buono stato di conservazione

CORNICE
Cornice a guantiera in legno dorato, con bordi a palmette, punti, linee e baccelli, del XVII secolo (alcune cadute di doratura)

Documentazione allegata
- Expertise del Consigliere di stato Hermann Ritschl in data 30 aprile 1926 con attribuzione a Caravaggio
- Expertise di Vincenzo Golzio in data 30 Luglio 1951 con assegnazione al Caravaggio
- Expertise del cav. Giuseppe Nichilò con assegnazione dell'opera a Caravaggio
- Expertise di d'Orfi con assegnazione dell'opera a Caravaggio in data 22 ottobre 1967
- Copiia della ricevuta di cessione del dipinto ad Arturo Mondovì data Vienna 1932

Si avvisa la gentile clientela che il lotto non è dotato dell'attestato di libera circolazione ed in caso di acquisto l'opera non sarà soggetta a restituzione anche in caso di mancato rilascio del certificato di libera esportazione

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Scheda a cura di Antonio De Crescenzo
€ 20.000 / 30.000
Stima
€ 15.000
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