N. 99
DIPINTO DI BICE BRICHETTO, 1973
BICE BRICHETTO
(Milano 1926 - Orvieto 2012)
Giuoco della fortuna, 1973
Olio su tela, cm. 130 x 150
Firma in basso a destra
In cornice
Alcune cadute di colore e crettature
PROVENIENZA
Collezione Hans Werner Henze, Villa la Leprara, Marino
Galleria Il Gabbiano, Roma
PUBBLICAZIONI
Bice Brichetto. Dipinti e disegni 1946-2010, Alinari Editore, 2011, p. 226, ill. n. 142
Luigi Carluccio, Bice Brichetto, catalogo mostra, Galleria d'Arte Il Gabbiano, Roma 1975, cat. 4, ripr.
Abbiamo il piacere di offrire al grande pubblico una selezione di opere proveniente dalla prestigiosa collezione di Hans Werner Henze (1926 - 2012), celebre compositore tedesco che nel 1953 decise di trasferirsi in Italia.
Egli scelse come residenza la zona dei Castelli Romani con l’idea di costruire un luogo di compagnia, avvolto dal calore di una serena quotidianità, scandito dal tempo della Natura, immerso nelle meraviglie del suo giardino.
La Leprara sorge su un terreno che conserva antiche vestigia: all’apertura del cancello, si attraversa un grande oliveto voluto della famiglia Colonna durante il Rinascimento e dove ai tempi si allevavano le lepri da caccia.
Tra i tanti amici e artisti italiani frequentatori della villa vi furono Luchino Visconti, Lila de Nobili, Dario Cecchi, Elsa Morante, Luigi Nono e Franco Serpa.
Appesi alle pareti delle stanze grandi quadri, testimonianze di amicizia con importanti pittori come Renzo Vespignani, Titina Maselli, Bice Brichetto, Eduardo Arroyo.
Il desiderio di Henze fu quello di mettere la sua casa a servizio dell’Arte ed in particolare della Musica, tanto da adibire uno degli spazi a sala concerti, posizionandovi ben due pianoforti a coda.
La Leprara fu un luogo magico, elegante e accogliente, ricordato con gioia da tutti i sui visitatori.
Sir Antonio Pappano raccontando della Leprara afferma [...] 'La sua atmosfera era così profondamente legata allo spirito di un sol uomo, al suo calore, al suo talento, alla sua cultura, al suo humour e alla sua generosità', che era impossibile considerare quel posto solamente come una bella casa.
(tratto dal libro ‘A casa di Hans’ a cura di Gastón Fournier-Facio, Anton Giulio Onofri)