ASTA 283 NOVEMBRE 2024 ASTA DI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA

N. 87

DIPINTO LE SIGNORE DELLA NOTTE DI VITTORIO ZECCHIN, 1918 ca.

VITTORIO ZECCHIN
(Murano 1878 - 1947)

Le Signore della notte, 1918 ca.
Tempera su tavola, cm. 35 x 36,5
Sigla in alto a destra 'VZ'
Sigla al retro 'VZ' e dedica a Palo Asta firmata
In cornice
Sul retro della tavola una poesia scritta dallo stesso Zecchin descrive il quadro:

'Done ricamade de oro
de note le te sòra
no voer vardarle mai
che ghe se el sol
parchè
e te magna l'anima'

PROVENIENZA
Collezione Paolo Asta, Venezia
Collezione Famiglia Ravà, Venezia
Collezione Di Maio, Venezia
Collezione privata, Treviso

Expertise della dott.ssa Alessandra Artale, in data 26 marzo 2024

La dott.ssa Alessandra Artale descrive così la poetica di Vittorio Zecchin ed in particolare l’opera proposta:
‘Nelle sue opere si scorge una visione mistica, fiabesca della vita, quasi una fuga in un paradiso perduto, in una Venezia da sogno. (..) Zecchin venne così ad attuare nelle sue opere una progressiva stilizzazione della forma attraverso una linea che racchiude colori, caratterizzata sempre da un suo calore e da una sua trasparenza vitrea, inventando composizioni che sono sì debitrice nei confronti di una cultura che giungeva dall’esterno, ma che egli seppe far propria e seppe proporre e sviluppare in una città che come Venezia continuava ufficialmente ad accettare solo un tardo Realismo ottocentesco, trascinatosi ancora fiero nel nuovo secolo. (..)
Il soggetto trattato ha chiaramente origini orientali, pur se tradotto in una chiave mistico-immaginaria che trova le sue radici nella città, nella Venezia bizantina e orientaleggiante.
Vale a dire, è il sogno orientale, decadente, filtrato dalla Venezia di inizio secolo. Tra il dipinto e il disegno (si riferisce alla matita su carta Matrone del 1918, conservato presso la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Cà Pesaro), la differenza sostanziale è che nelle Signore della notte manca del tutto la quinta figura accennata in alto a destra che manca anche in un’altra versione di questa tavola. Per quel che invece riguarda le decorazioni e i volti femminili i tratti sono identici. I volti delle donne, allungati ed eleganti, con gli occhi così grandi che regalano ai loro visi un’impressione quasi surreale e onirica, sono gli stessi del disegno, con i piani piatti di queste figure stilizzate e simmetriche rifinite in oro che sottendono senza ombra di dubbio all’influenza, o ancor meglio, del sogno di un Oriente lontano come distanza ma vicinissimo come sentire. (..) un dipinto che è un vero spettacolo per gli occhi, vorrei solo aggiungere che queste quattro donne mettono in luce la sensibilità cromatica che rende innovativo e originale l’interno dipinto, nel richiamo alle trasparenze e al luccichio del vetro, che conduce la fantasia ai vivaci colori dei Vivarini e delle vetrate medievali. Ed ecco ancora che ritorna il vetro e in vetro sono le murrine, che appaiono qua e là sugli abiti delle donne (..)’
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